Controllo dei nevi e prevenzione del Melanoma: parla l’esperto

Quando si parla di cura e controllo della pelle, il tema si sposta inevitabilmente verso quello della prevenzione. Una prevenzione che inizia dal monitoraggio costante dei nevi, al fine di individuare l’eventuale presenza di situazioni sospette oppure di un melanoma.

COS’È IL MELANOMA

Il melanoma è un tumore maligno che origina dai melanociti, cellule della cute deputate alla produzione della melanina, il principale pigmento cutaneo a cui si deve il colore della pelle di ciascun individuo.

“Il melanoma era considerato in passato un tumore raro, tuttavia è oggi in continuo aumento rappresentando circa 1% del totale dei tumori maligni e, in particolare, il tumore maligno più comune nelle persone tra i 25 e i 29 anni di età – spiega la Dott.ssa Donata Ferrari, Specialista in Dermatologia presso il Centro Medico Spallanzani di ParmaNegli Stati Uniti e in Europa a partire dal 1973 l’incidenza annuale del melanoma è più che duplicata. Questo rapido aumento è probabilmente il risultato dei miglioramenti diagnostici e della tendenza, anche per motivi di moda, a un progressivo aumento dell’esposizione ai raggi ultravioletti naturali e artificiali. Le sedi corporee più colpite sono gli arti inferiori per le donne e il dorso per gli uomini, mentre arti superiori e volto sono colpiti con uguale frequenza. Per quanto riguarda l’età, l’incidenza aumenta decisamente dopo la pubertà con un picco tra i 40-50 anni di età”.

I fattori di rischio legati allo sviluppo del melanoma possono essere distinti in:

  • Endogeni (famigliarità, fototipo, numero di nevi)
  • Esogeni (esposizione al sole e/o luce artificiale e fotoprotezione)

I nevi generalmente non sono presenti alla nascita, iniziano a comparire tra infanzia e adolescenza per la concomitanza di una serie di fattori che sono:

  • Genetico: maggior somiglianza dei nevi tra gemelli omozigoti che tra gemelli eterozigoti
  • Solare
  • Ormonale: numero e dimensioni aumentano per esempio in gravidanza per effetto degli estrogeni

In generale i nevi possono essere classificati in tre grandi categorie:

  • nevi comuni
  • nevi congeniti
  • nevi atipici o displastici

I nevi comuni comprendono una serie di altri sottotipi di nevi che rientrano o tra i nevi epidermici o tra i nevi melanociti e sono quelli che hanno la minore probabilità di degenerare in melanoma.– specifica la Dott.ssa FerrariI nevi congeniti sono presenti alla nascita, generalmente già di grandi dimensioni, più a rischio rispetto ai nevi comuni di degenerare in melanoma. I nevi atipici sono invece già in parte degenerati ma che non si possono ancora definire melanomi. Questi sono in assoluto quelli più a rischio per un’eventuale degenerazione per cui sarà necessaria la loro asportazione a scopo precauzionale.

Per quanto riguarda i fattori esogeni si può affermare che l’esposizione alle radiazioni ultraviolette naturali e/o artificiali è considerata la principale causa del melanoma cutaneo. Le radiazioni ultraviolette accumulate da un individuo nel corso della vita dipendono in larga misura non solo dalla durata dell’esposizione al sole, ma anche dal periodo prescelto per esporsi e dall’uso di indumenti coprenti e di creme solari. Quindi non solo l’esposizione solare ma anche una scarsa fotoprotezione rappresentano un fattore di rischio per sviluppare un melanoma”.

L’Associazione Europea dell’Industria Cosmetica (COLIPA) ha formalizzato la nuova classificazione delle classi di fotoprotezione.

Tipi di protezione SPF:

Debole: 2-4-6

Moderata: 8-10-12

Alta: 15-20-25

Molto alta: 30-40-50

Ultra alta: 50+ (il vecchio 60 e oltre)

MELANOMA: IMPORTANZA DIAGNOSI PRECOCE

Sebbene esistano diversi sottotipi clinici di melanoma, è possibile ed estremamente importante riuscire ad arrivare a una diagnosi precoce per poter iniziare il prima possibile la giusta terapia.

La diagnosi di melanoma si fonda sulla base della clinica (ovvero dell’aspetto della lesione), confortata poi dagli esami strumentali.

Per la diagnosi clinica si deve considerare:

  1. Regola dell’ABCDE
  2. Nevotipo del paziente

Per la diagnosi strumentale si utilizzano:

  1. Dermatoscopia
  2. Videodermatoscopia
  3. Biopsia escissionale + esame istologico

“La regola dell’ABCDE può essere facilmente conosciuta da tutti e nasce proprio per aiutare il paziente a ricordare facilmente quali sono le caratteristiche di una lesione che lo devono preoccupare ovvero: asimmetria della lesione; bordi irregolari; colore policromo; diametro maggiore di 6 mm; evoluzione rapida ed età del paziente” sottolinea la Dott.ssa Donata Ferrari.

TERAPIA

La terapia d’elezione del melanoma cutaneo è chirurgica al fine di asportare totalmente il tumorespecifica la Dott.ssa Ferrari – Sia il paziente che risulterà affetto da un melanoma in situ che quello affetto da un melanoma invasivo dovranno dunque sottoporsi ad un secondo intervento chirurgico detto di allargamento della precedente cicatrice, con successivo esame istologico, per asportare un maggiore quantitativo di cute, apparentemente sana adiacente al tumore già rimosso, a scopo preventivo”. 

MELANOMA E PREVENZIONE

Per riassumere, quando il melanoma viene riconosciuto tardivamente, ormai disseminato, resiste alle terapie. Quando viene invece diagnosticato precocemente (melanoma in situ), espone a scarsi rischi di disseminazione.

La prevenzione si distingue in primaria e secondaria.

La prevenzione primaria si fonda sulla sensibilizzazione della popolazione per modificare le tendenze comportamentali e alzare il livello di attenzione nei confronti della problematica.

La prevenzione secondaria consiste invece nell’asportazione preventiva dei nevi ad alto rischio di trasformazione.

“Si calcola che i medici individuino il melanoma soltanto nel 20% circa dei casi, mentre nell’80% dei casi il melanoma è individuato dal paziente o dai suoi congiunti; tuttavia è il paziente che si rende responsabile dei ritardi diagnostici nel 90% dei casi. È fondamentale quindi che soprattutto i soggetti a rischio conoscano il più accuratamente possibile i loro nevi, auto ispezionandosi circa ogni 3 mesi e programmando comunque visite periodiche dermatologiche almeno 1 volta all’anno”, conclude la Dott.ssa Donata Ferrari.