Lotta contro il tumore al seno: prevenire è meglio che curare

Il tumore al seno registra una crescita costante, con più di 45.000 donne colpite ogni anno soltanto nel nostro paese, causata dal drastico aumento dei fattori di rischio. Dagli ultimi studi pare stia cambiando l’età durante la quale il cancro si manifesta, con un preoccupante 30% dei casi che insorge addirittura prima dei 50 anni d’età. L’aumento dei casi e l’abbassarsi dell’età media, dipingono un quadro decisamente preoccupante del fenomeno, che va combattuto attraverso la prevenzione, una pratica tanto scontata quanto utile. In questo caso il termine prevenzione fa rima con screening mammografico e diagnosi precoce del tumore al seno.

L’adozione di uno stile di vita sano

I fattori di rischio identificati dalla medicina sono tanti e si suddividono tra modificabili e non. Fra quelli modificabili figura lo stile di vita, che può e deve essere migliorato attraverso una maggiore attenzione ai comportamenti che possono rivelarsi dannosi. Un’alimentazione povera di frutta e verdura o ricca di grassi idrogenati, trans ed animali, insieme al vizio del fumo, alla sedentarietà e al consumo elevato di alcolici, può peggiorare sensibilmente il quadro. L’esercizio fisico può rappresentare un valido aiuto, che concorre al mantenimento del proprio peso forma, che oltre ad essere un obiettivo estetico, rappresenta una scelta di salute capace di tenere lontani molti tumori.

La visita senologica

La prevenzione del tumore al seno deve cominciare in giovane età e deve proseguire per tutta la vita. Uno dei metodi fai da te che rivestono sempre più importanza e che tutti gli specialisti raccomandano alle proprie pazienti è l’autopalpazione, da eseguire con una certa regolarità. È assolutamente necessario aggiungere controlli annuali del seno presso un ginecologo o da un senologo e completare il quadro con una mammografia biennale, indispensabile soprattutto dopo i 40 anni d’età. La visita senologica è un esame clinico effettuato senza l’ausilio di una particolare strumentazione. Prima dell’esame il senologo procede con l’anamnesi, la raccolta preventiva di informazioni utili alla diagnosi: tumori registrati in famiglia, l’età del primo ciclo mestruale, l’alimentazione, le gravidanze pregresse e così via. La visita termina con la palpazione, effettuata in maniera analoga all’autopalpazione e tesa ad individuare eventuali irregolarità nei tessuti.

L’ecografia mammaria

L’ecografia mammaria è un esame strumentale basato sull’emissione di una gamma di ultrasuoni ad alta intensità e a bassa frequenza, orientati sul seno da una sonda, al fine di raccogliere immagini relative ai tessuti interni. Gli ultrasuoni vengono riflessi in maniera differente da ogni tessuto, così da creare un immagine che riporti eventuali formazioni estranee e la loro entità, liquida o solida. L’ecografia mammaria è complementare alla mammografia, tuttavia la prima è maggiormente indicata per le giovani donne, il cui tessuto ghiandolare appare più denso e quindi più facilmente indagabile. L’esame non causa alcun fastidio e non richiede la somministrazione di farmaci, dura circa 20 minuti e non possiede controindicazioni.