1 Dicembre: Giornata Mondiale per la lotta contro l’Aids

Come ogni anno, il primo giorno di dicembre viene dedicato alla lotta contro l’AIDS. Una Giornata Mondiale, decisa in seguito ad un famoso Summit dei Ministri della sanità, nel lontano 1988. Una necessaria presa di posizione, sposata da governi, associazioni ed organizzazioni internazionali, per prevenire il fenomeno distruttivo della pandemia più atroce degli ultimi tempi. L’AIDS, infatti, rappresenta la prima causa di mortalità in alcuni Paesi del mondo, piuttosto che in altri, come l’Africa sub-sariana.

Dagli anni ’80 ad oggi più di 25 milioni di persone hanno perso la vita a causa di questo male silenzioso, che attacca i linfociti del corpo umano, distruggendo cellule e sistema immunitario. Da sempre, associazioni come la Lega Italiana Lotta all’AIDS (LILA), senza scopo di lucro, si occupano di questa problematica attraverso efficienti sedi locali e siti internet completi di notizie e numeri utili. Un nobile impegno condiviso che mira a smuovere le coscienze, per approfondire un argomento fin troppo delicato, che può interessare tutti, insistendo sui metodi di prevenzione. La prevenzione e la conoscenza, infatti, sono le migliori armi per combattere la guerra contro l’Aids.

La Giornata Mondiale nasce per questo motivo: un giorno dedicato ad iniziative benefiche, volte alla raccolta di fondi e finanziamenti, per intervenire in modo capillare e costante, per conoscere e debellare l’infezione da HIV che porta all’AIDS.

Vi riportiamo i dati relativi all’Italia, raccolti ed elaborati dal 1984 dall’Istituto Superiore di Sanità, e pubblicati dall’ISS nel sito del Centro Operativo Aids.

“Stabile l’andamento delle nuove infezioni, i dati italiani ricalcano il quadro europeo: più esposti gli uomini che fanno sesso con altri uomini. In base ai dati trasmessi dalle Regioni, nel 2013, aumentano le diagnosi tra i maschi che fanno sesso con maschi, mentre negli stranieri la prima via di trasmissione è attraverso rapporti eterosessuali.” Questa la fotografia scattata dall’ultimo aggiornamento dell’Istituto Superiore di Sanità sull’andamento delle infezioni da HIV in Italia.

Non varia il numero delle nuove diagnosi di HIV in Italia, che nel 2013 sono state 3.608, e aumenta l’età mediana della diagnosi che è 39 anni per i maschi e 36 per le femmine; ma il dato preoccupante è che più della metà delle nuove diagnosi avviene molto tempo dopo l’avvenuta infezione, quando il virus ha gia’ iniziato a danneggiare seriamente il sistema immunitario o dopo la comparsa dei primi sintomi.

Tra gli italiani aumentano le diagnosi nei maschi che fanno sesso con maschi, che costituiscono quasi la metà delle nuove diagnosi, mentre tra gli stranieri è quella dei rapporti eterosessuali la modalità di trasmissione più frequente. Stabile ancora il numero dei casi di AIDS, che nel 2013 sono stati 1.016.

Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive, nel 2013, sono maschi nel 72,2% dei casi. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti). Nel 2013, la maggioranza delle nuove diagnosi di HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’83,9% di tutte le segnalazioni (maschi eterosessuali 25,8% e femmine eterosessuali 12,2% MSM 39,4%). Nel 2013, il 24% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera. Le incidenze più elevate tra stranieri sono state osservate in Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna.

Nel 2013, il 41,9% delle persone con una nuova diagnosi di HIV ha eseguito il test HIV per la presenza di sintomi HIV-correlati, il 27,6% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il 15,1% per controlli specialistici legati alla riproduzione, sia nella donna che nel partner (gravidanza, parto, interruzione volontaria della gravidanza e procreazione medicalmente assistita).

Nel 2013, le regioni che hanno registrato il più alto numero di diagnosi di HIV sono state il Lazio, la Lombardia e il Piemonte. L’incidenza più bassa è stata osservata in Calabria. Nella maggior parte delle regioni l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV sembra avere un andamento stabile, anche se in alcune (Piemonte, Toscana, Abruzzo, Calabria) sembra essere in aumento e in altre si osserva un andamento in diminuzione (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trento, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Sardegna). Per un’analisi estesa dei dati alleghiamo il notiziario a cura del Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità.