Omeopatia e Fitoterapia: quali sono le differenze sostanziali?

Con l’arrivo della stagione autunnale/invernale e complice l’abbassamento delle temperature, molti di noi
iniziano ad ammalarsi e, sempre più persone, scelgono di curare i malanni di stagione ed altri disturbi a
carico della propria salute, non affidandosi alla medicina tradizionale, bensì all’Omeopatia ed alla
Fitoterapia.
Per capirne di più, ne parliamo con la Dott.ssa Tiziana Soncini, Medico specializzato in Medicina
Omeopatica e Fitoterapia presso l’Università degli Studi di Siena e Consulente presso il  Centro Medico Spallanzani di Parma.

1) Qual è la differenza che intercorre tra Omeopatia e Fitoterapia?

L’Omeopatia è la più diffusa e conosciuta tra le medicine naturali: cura diverse patologie e si basa
essenzialmente sul principio della similitudine, secondo cui ogni malattia può essere curata servendosi di
bassissime dosi di quella determinata sostanza che, somministrata regolarmente ad una persona sana, è
capace di generare sintomi del tutto simili a quelli da curare. Nello specifico, vengono utilizzati veri e propri
“preparati omeopatici”, estremamente diluiti, con poche controindicazioni ed effetti collaterali che
svolgono un’azione non farmacologica ma stimolante le risorse vitali dell’organismo.

La Fitoterapia, invece, ha come obiettivo il curare patologie avvalendosi dei principi attivi estratti dalle
piante, al punto che i fitoterapici devono essere considerati alla stessa stregua dei farmaci di sintesi, e
pertanto devono essere prescritti da un medico esperto che possa valutare effetti collaterali o interferenze
con altri farmaci.

2) In quanto tempo una persona guarisce con la terapia omeopatica?
Non è possibile fare stime e/o previsioni, in quanto ogni soggetto risponde in modo differente alle cure che
gli vengono prescritte.

3) Come fa il medico specializzato in Fitoterapia ed Omeopatia, a scegliere il rimedio “giusto” per me?
Nel momento in cui il paziente decide di affidarsi ad un medico Omeopata, viene sottoposto inizialmente al
cosiddetto “colloquio omeopatico”: durante l’incontro viene effettuata una visita molto approfondita, dove
vengono poste domande a 360° al paziente e, dal punto di vista olistico, si controlla tutto l’insieme. Il
colloquio omeopatico è centrato sull‘intera persona e su tutte le sue caratteristiche speciali, sui sintomi
fisici e psicologici.

4) E’ possibile curare anche disturbi di ansia specifica e/o generalizzata?
Certamente: se, ad esempio, un persona è in trattamento con determinati psicofarmaci, è necessario non
sospenderli, ma il medico omeopata può aiutare il paziente integrando il trattamento con preparati
omeopatici e/o fitoterapici, con l’obiettivo importante di aiutare il paziente a ridurre piano piano
l’assunzione degli psicofarmaci. Ci tengo a sottolineare che esistono poche iterazioni tra omeopatia e
psicofarmaci (e altri farmaci in generale); mentre ci vuole un’attenzione maggiore ed un’ottima
preparazione a livello medico, nella eventuale prescrizione di fitomedicamenti.

5) Come si assumono i medicinali omeopatici?
Il mio consiglio è quello di portarli comodamente in borsetta e assumerli al bisogno semplicemente
sciogliendo i granuli sotto la lingua.