Nuovi studi scientifici danno buone speranze per la prevenzione dell’Hiv

“La forza dell’HIV/AIDS risiede nell’ignoranza delle sue vittime. Conoscere la malattia e i modi in cui si trasmette è l’unica, vera protezione contro di essa. Paradossalmente, l’HIV/AIDS è una malattia da cui non si guarisce, ma che può essere prevenuta al cento per cento.”

Questa citazione, ripresa sul sito dell’Unicef riporta alla ribalta una patologia di cui si sente spesso parlare, sia nei Paesi Industrializzati sia in quelli sottosviluppati: la ricerca medica sta facendo passi da gigante per cercare nuove cure e prevenzioni per arginare il diffondersi della malattia.

A tal proposito, ci sono due buone notizie sul fronte della lotta all’Hiv: la prima è che in un futuro non lontano avremo a disposizione la cosiddetta PrEP, la profilassi pre- esposizione che consente di ridurre il rischio del contagio, utilizzando prima dei rapporti gli stessi farmaci antiretrovirali usati per curare i sintomi della sieropositività.

La seconda novità positiva arriva da uno studio che conferma i benefici della terapia antiretrovirale iniziata subito, fin dal momento in cui si scopre di essere sieropositivi.

Negli anni 80, quando esplose l’allarme Aids, molti di voi si ricorderanno di uno spot pubblicitario che riportava la citazione “Aids, se lo conosci, lo eviti”. Purtroppo, nel corso degli anni, si è abbassata la guardia e il virus è tornato a colpire: in Italia si scoprono sieropositive 12 persone al giorno, per un totale di circa 4300 nuovi casi all’anno.

Secondo alcuni studi statunitensi, viene confermata l’efficacia della PrEP: una delle ricerche condotte in America ha visto coinvolti 414 omosessuali che hanno assunto il farmaco antiretrovirale da 2 a 4 ore prima del rapporto e da 24 a 48 ore dopo. Un’altra sperimentazione ha coinvolto 545 uomini eterosessuali e prevedeva l’assunzione di una compressa al giorno, indipendentemente dai rapporti. Entrambe le somministrazioni hanno dimostrato di ridurre il rischio di contagio dell’86%. Si tratta di un ottimo risultato se si pensa che, associata all’uso del profilattico, la PrEP potrebbe realmente azzerare la possibilità di trasmissione del virus.

Secondo un altro studio, Start, condotto su 4685 sieropositivi di 35 Paesi al mondo, ha invece dimostrato che quanto più precocemente si inizia la terapia, più questa risulta efficace e rallenta il manifestarsi dell’Aids conclamato.

Riduce infatti sia il numero sia la gravità delle infezioni opportunistiche (come polmoniti e tubercolosi).