Anemia: come prevenirla e curarla?

L’anemia è una condizione clinica molto diffusa in cui risulta diminuita la concentrazione di emoglobina e/o il numero di globuli rossi circolanti nel sangue. Può essere condizione patologica oppure fisiologica (es. gravidanza). In tutti i casi porta ad una diminuzione dell’ossigeno nel sangue e quindi nei tessuti.

Ne parliamo con la Dott.ssa Francesca Marchesini, Referente Attività Infermieristiche del settore Analisi ed Esami del Centro Medico Spallanzani di Parma.

pediatria parmaEsistono tre principali tipi di anemia:

• Insufficiente produzione di emoglobina/globuli rossi, come nella carenza di Ferro, folati, vitamina B12, aplasia midollare;
• Eccessiva perdita, come emorragie acute esterne o interne;
• Eccessiva distruzione, come malattie emolitiche autoimmuni.

Quando la carenza di ossigeno è significativa si avranno i primi sintomi: debolezza fisica seguita da pallore della cute e/o delle mucose, tachicardia, vertigine, malessere, facile affaticamento, dispnea e, nei casi più gravi, può insorgere malfunzionamento di fegato, reni ed infine insufficienza cardiaca.

L’anemia può manifestarsi in seguito alla carenza di alcuni elementi (ferro, vitamine e proteine), e sanguinamento evidente (per esempio nelle emorragie da traumi o in caso di flusso mestruale abbondante) oppure occulto, come nelle minime ma continue perdite di sangue nelle feci. Alcuni farmaci come l’aspirina, gli antinfiammatori, certi tipi di antibiotici, i contraccettivi orali, l’alcool e altre sostanze possono essere responsabili di anemia perché favoriscono le emorragie dell’intestino nei soggetti affetti da ernia iatale, ulcera dello stomaco o da malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn.

Per diagnosticare l’anemia bisogna innanzitutto eseguire un prelievo di sangue: emocromo completo, sideremia, ferritina, funzionalità epatica e renale, prove immunologiche, esame delle urine e ricerca di sangue occulto nelle feci. Per uno studio più approfondito si possono ricercare le emoglobine patologiche (foresi delle proteine), gruppo sanguigno, aspirato midollare e/o biopsie.
Per curare l’anemia bisogna innanzitutto capire la sua origine. Nell’anemia da carenza di Ferro, di norma è sufficiente la somministrazione di ferro per bocca e correggere la dieta con alimenti ricchi di ferro o integratori (vegetariani), fino ad arrivare ad un reintrego attraverso terapia endovenosa con Ferro.

Ripristinata la normale quantità di ferro nell’organismo, è indispensabile procedere al trattamento della malattia o del problema che ha provocato la perdita di ferro, che, in caso contrario, è destinata a ripresentarsi.

Del ferro non si può fare a meno, è un elemento indispensabile per l’organismo perché serve per produrre emoglobina, la sostanza che si trova nei globuli rossi con il compito di trattenere l’ossigeno introdotto con l’aria per trasportarlo a tutti i tessuti. Il ferro però è utile anche a muscoli perché regola la produzione di energia. La dose giornaliera di ferro è di 10 mg per l’uomo e 15 mg per la donna in età fertile. Quando questi livelli si riducono, i segni da carenza non tardano a comparire.

Se la carenza di ferro non è eccessiva si tenta di ripristinarla con una dieta specifica. Il ferro è presente nel pesce, nella carne, nei crostacei, nei molluschi, nei legumi, nel cacao in polvere, nella frutta secca, nei vegetali a foglia verde. Oltre alla quantità, è importante che il minerale sia facilmente assimilabile dall’organismo. La vitamina C facilita l’assorbimento del ferro contenuto nei vegetali, per questo si preferisce condire le verdure con succo di limone.

 

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